Tappa Los Arcos – Logroño, 27 km!
Anche stamattina mi sono alzata alle 5,30, mi sono preparata e ho iniziato a camminare. C’erano ancora le stelle. Camminavo e vedevo lentamente, passo dopo passo il passaggio dalla notte al giorno. Accade tutti i giorni, ma quando succede davanti ai tuoi occhi la bellezza di quel momento pervade i sensi. Il mio cuore ha sorriso dopo tanto tempo. L’angoscia del risveglio c’è ancora ma io cerco di essere più veloce.
Un pellegrino sul cammino mi ha detto: ‘camminando si lasciano cose’ ed è quello che ho iniziato a sentire in questi giorni . Camminare mi aiuta a lasciare dietro di me gli ultimi cinque anni per fare spazio al nuovo. Ogni passo è un passo per andare oltre. Per lasciarsi tutto alle spalle. L’angoscia, lo stress, il dolore, il pianto, le udienze, l’ingiustizia…
Il grumo di dolore comincia a sciogliersi, diventa lacrime e poi evapora sciogliendosi nell’aria del mattino, confondendosi con il sole all’alba!
Se continuerai a camminare le strade si apriranno. (Welcome to the NHK)
E camminando si incontrano pellegrini di ogni nazionalità e parlando a volte in spagnolo, francese, portoghese e a volte in inglese abbraccio le loro storie e loro abbracciano la mia.
Incontro Miky che mi dice che fa il Cammino perché si è separato dalla fidanzata prima di sposarsi. Sono passati due anni ma solo ora sta iniziando a vivere. Un giorno lei gli ha urlato l’ennesimo insulto, era uno di troppo. Ed è stato l’ultimo. Qualcosa nella sua mente è scattata, ha fatto click. Uno di quei click che ci fanno cambiare il corso della vita. È stato un secondo. In quel breve lasso di tempo ha capito che non voleva passare la sua vita con una persona così, non voleva fare ‘squadra’ con una persona che lo insultava e lo trattava male. I suoi genitori glielo stavano dicendo da mesi ma c’è voluto quel click, un piccolo scatto in avanti.

Ecco, io sono una appassionata di quei momenti speciali della nostra vita in cui riusciamo a dare una svolta. Perché per cambiare ci vuole coraggio: è più facile continuare in una situazione piuttosto che dire “basta”. E oggi, (sarà un caso?), tutte le persone con cui parlo mi raccontano del momento in cui hanno deciso di cambiare. Sabine mi racconta che suo figlio qualche anno fa nel Cammino ha incontrato la sua futura moglie e si è trasferito in Spagna. Sabine e suo marito stanno facendo un pezzo di Cammino per poi andare a trovare i loro nipotini nati proprio da quel matrimonio. Marisa dopo due anni come ingegnere ha deciso di diventare avvocato, ed è partita per il Cammino il giorno dopo aver passato l’ultimo esame alla facoltà di legge. C’è Andrew dal Canada che scoppiando a piangere dice che ha perso sua moglie l’anno scorso e viene qua per riappacificarsi con Dio. Elisa ha lasciato il suo lavoro all’università per diventare nutrizionista, Eleonora si è licenziata, ha lasciato la sua casa in Austria e, per trovare una nuova sé stessa, si è messa in Cammino. Anche Mario dalla Colombia è qua per trovare se stesso e forse ha trovato delle risposte nella Chiesa di Eunate. Dice che è un posto magico.
E quando io racconto quello che ci è successo gli occhi di chi ascolta si riempiono di lacrime. Sento che il mio dolore diventa il loro. Questa è empatia: sentire insieme. Miky mi dice che sua madre sarebbe morta di dolore se le fosse successo e da questo si capisce quanto è stato amato. Ale mi dice che è la prima volta che ascolta dal vivo una storia così ingiusta e subito si legge tutti gli articoli scritti sul mio caso. Sabine era una assistente sociale negli Stati Uniti e mi dice che le dispiace immensamente per i bambini perché sa quanto stanno soffrendo. Tutti sperano che i bimbi possano tornare al più presto. E poi ci sono gli abbracci e i pianti.
E a proposito di pianti ecco la storia di mamma M. di Imperia che da gennaio non vede sua figlia. Anche in questo caso tutto ha avuto inizio da una denuncia.
Amore di papà, io e Te vinceremo, vinceremo con la nostra capacità di soffrire, sopportare e amare… un giorno condivideremo la libertà dei nostri sentimenti e faremo talmente appello al Vs. cuore e alla Vs coscienza che conquisteremo anche Voi che non conoscete cosa voglia dire amare un figlio.
La nostra vittoria sarà duplice.
Che così sia…
Gianluigi niente succede per caso, c’era bisogno di te e del tuo enorme cuore in questa lotta ❤️
Nulla succede per caso, ogni incontro, ogni prova era scritta nel cammino della nostra vita. Ma da tutti si impara, da tutto si impara…a vivere e non solo a sopravvivere.
Proprio così Graziella… che le difficoltà servano a farci diventare la miglior versione di noi stessi
e a lottare perché nessun altro passi per quello che noi abbiamo vissuto in modo che il nostro dolore non sia avvenuto invano e non si disperda come lacrime nella pioggia