Siamo pronti!
Si riparte!
E questa volta si cammina in inverno.
Il cammino dei pellegrini veri: nessun turigrino (turista pellegrino) si imbatterà sulla nostra strada questa volta.
Sfiderò il freddo e la neve per sopravvivere al secondo Natale dei miei bimbi senza di me. Loro da soli, come orfani in un orfanotrofio e io? La mia casa è senza albero di Natale, senza presepe, senza vita… senza voi. Tutta la mia bellissima famiglia si riunisce come sempre per festeggiare, ma senza di voi per me non è Natale… per me e per tutte le famiglie a cui sono stati portati via i bambini non c’è niente da festeggiare.
E così cammino… tra la neve, la pioggia e il freddo per non pensare, per trasformare il dolore in energia e andare oltre.
Mentre le famiglie sono in giro a comprare addobbi e regali di Natale io, imponendomi di non vederli, compro attrezzatura da trekking.
Preparare il bagaglio per l’inverno è stato un po’ più difficile perché sono pochi i pellegrini che si mettono in cammino in questo periodo e si trovano pochi elenchi su cosa portare. Ma a forza di leggere blog italiani e spagnoli e di consultarmi con gli amici pellegrini riesco a prepararmi anche stavolta lo zaino. Visto che potrò stare pochi giorni, uso la regola del due, portare più o meno due cambi di tutto (poi vi farò sapere se la regola funziona):
2 calzettoni da trekking caldi e tecnici
2 magliette tecniche con le maniche lunghe
2 leggins tecnici per dormire o da mettere sotto i pantaloni in caso di freddi estremi
2 canottiere tecniche
2 pile (fa freddo in inverno)
2 reggiseni tecnici (non per tutti)
1 pantalone tecnico per camminare, possibilmente che non si bagni quando c‘è umidità
1 sovra pantalone antipioggia
1 poncho antipioggia
1 coprizaino antipioggia (ho già visto le previsioni e pare piova tanto in questo periodo…)
3 slip
1 ginocchiera
ciabatte per doccia e libertà
Scarponcini da trekking impermeabili e che tengano il freddo
Piumino o giacca in tessuti tecnici traspirante perché si suda anche in inverno
Ghette per evitare di bagnare gli scarponcini in caso di pioggia o neve
Cappellino lana (o fascia in pile)
Sciarpa (o scaldacollo in pile)
Guanti impermeabili
Bacchette
Cellulare, caricabatterie e powerbank
Torcia frontale
Saccoapelo? (io non lo porterei, secondo me ci sono le coperte… faccio così, porto solo un saccoapelo termico che pesa 150 grammi e che mi potrebbe salvare nel caso ci fosse una tormenta di neve o un ostello senza coperte)
Carta di identità, codice fiscale, bancomat
Spazzolino, dentifricio, shampoo in bustine, vaselina per i piedi e un ago con del filo per le eventuali vesciche (ormai sono bravissima nella loro cura)
Alla fine dell’opera io e mio fratello pesiamo lo zaino su una bilancia da cucina, non ho altro in casa, e mi pare pesi solo due chili e mezzo!!! Proprio come aveva detto padre Josè, quando ci parlava del bagaglio che deve essere leggero perchè dobbiamo imparare a vivere senza niente. Fantastico! Stavolta sono riuscita a togliere tutto il superfluo, o per lo meno lo spero.
In questo periodo ho preparato anche un altro bagaglio. Ho aspettato che ci fosse mia mamma con me. Da sola non ce l’avrei fatta. Neanche ad entrare in quella stanza. Ma è passato più di un anno da quel 3 novembre 2021 e i miei bimbi sono diventati grandi, senza di me.
Il tre novembre li ho accompagnati alla casa famiglia; nel provvedimento c’era scritto che qualora non vi fossi andata sarebbe inter- venuta la forza pubblica. Non volevo che subissero anche questo trauma. Mi sono ispirata alla Vita è bella, il film di Roberto Benigni, e li ho preparati ad affrontare questo distacco come se fosse un’avventura. Per non farli soffrire. Io e i nonni abbiamo preso il tram per portarli lontano da noi… e ancora oggi ogni volta che passo lungo quel percorso mi arrivano dei flash di quell’ultimo viaggio, e avverto una coltellata di dolore.
Dopo averli lasciati, però, ho respirato. I miei bimbi non erano più in pericolo e non mi avrebbero più raccontato quelle cose che io e la mia famiglia abbiamo dovuto ascoltare per tre anni, chiedendo aiuto e protezione senza mai riceverla. Erano salvi.
Ma per salvarli ho dovuto perderli…
È questa l’unica possibilità che dà la giustizia a una mamma che cerca di proteggere i suoi bimbi?
Nessuno li ha protetti dopo tre anni di denunce, segnalazioni, perizie di neuropsichiatre, referti del pronto soccorso…
Per essere al sicuro devono perdere anche la mamma; non hanno già sofferto abbastanza? Quanti traumi per questi bambini?
Un anno dopo era inutile avere gli armadi pieni dei loro vestitini, delle loro calzettine e canotierine comprate con amore ma ormai piccole. E così ho svuotato cassettini e armadi. È stato come una nuova morte. Una nuova separazione da loro. Ogni maglietta, ogni gonnellina era un ricordo di vita insieme. E io ho preso quei ricordi, li ho messi in un bagaglio, e li ho regalati a bambini che ne avevamo più bisogno rispetto a quegli armadi che non si aprono più. Rispetto a quei cassetti che rimangono chiusi e silenziosi. Nello stesso periodo si è rotto anche il cellulare e ho perso tutte le foto e i filmati di questi anni. Mi è sembrato un segno. Non appariranno più le foto dei miei bambini a ricordarmi un passato troppo doloroso, a ricordarmi che non ci siete. Il passato ha lasciato spazio al futuro. Non vedo l’ora di poter creare nuovi ricordi con voi, di riempire gli armadi con i vostri vestititini nuovi. Spero che abbia ragione Anna Maria quando mi dice che ‘nessun male è per sempre’, che tutto può cambiare, che a volte basta una telefonata e arriva la luce, che bisogna continuare a sperare. Penso a Paulo Coelho che dice che l’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole ma penso anche che sperare può fare male, è un po’ come alzarsi in cielo e poi cadere giù… e dopo tante cadute a volte non ce la faccio più…
Ciao sono la Speranza, pensi di avermi persa? No, non farlo. Guarda l’amore che hai dato, le cose che hai creato, gli amici che ti sono accanto…e mi ritroverai
Antonio Degas
Speranza mi hai convinta, non c’è voluto molto. Se guardo indietro ci sono troppe coincidenze per credere che sia tutto un caso: tantissime anime stupende vicino a me, tantissimo amore, tantissimi eventi fortunati, tantissimi sogni che non ancora pensati si sono realizzati, come non pensare che ci sia qualcuno che ci guarda e ci segue da lontano?
e allora via, si parte!
Con due pietroline di nuovo nello zaino…
