Gracias a la vida

Io amo la vita.

Stamattina mi sono svegliata con questo pensiero: io amo la vita. Qualsiasi cosa succeda l’amore per la vita è più forte di tutto.

Molti genitori dopo che succede loro una tragedia come quella di vedersi portare via i figli non resistono al dolore e si tolgono la vita oppure muoiono di tumore come è appena successo alla mamma-nonna di Torino che ha avuto un figlia quando aveva 56 anni.  Gliel’hanno tolta perché la ritenevano ‘inaffidabile’. Non idonea. Dopo diversi anni era riuscita a dimostrare che non era giusto, che non dovevano toglierle la figlia ma comunque era troppo tardi e la bambina non è tornata. Se i tempi della giustizia fossero stati più veloci probabilmente avrebbe potuto riavere la bimba. 

Il dolore è stato troppo forte, si è trasformato in malattia. Mi viene in mente a questo proposito una bellissima frase di Alda Merini a cui hanno tolto una figlia: “quando un giorno mi hanno chiesto di parlare delle streghe a me sono venute in mente le Assistenti Sociali. Come si fa a essere donna, magari anche una mamma, e togliere un figlio a un’altra mamma?’

Ma io non posso disperarmi troppo, devo essere forte e sopravvivere per difendere i miei bambini. Lo devo fare per loro, per avere un giorno, finalmente, giustizia! Per restare forte continuo a fare cose belle, cose che mi piacciono. Per esempio mi ha aiutato tantissimo recitare, essere qualcun altro anche solo per il tempo del palcoscenico. Usare la voce, gridare, parlare.  La voce che prima era quasi un soffio adesso è forte, la voce che prima aveva paura di dire la sua opinione adesso è potente. Non mi interessa più quello che pensano gli altri di me, non è più così importante. Non è giusto togliere i figli a una mamma che ha solo cercato di proteggerli. Non ho più paura di dirlo, di scriverlo e di urlarlo. 

Ieri sul Cammino ho incontrato un ragazzo molto dolce, sua mamma era morta quando aveva otto anni perché era una tossicodipendente. Suo padre lo aveva abbandonato per crearsi un’altra famiglia con un’altra donna. Un’altra famiglia che però a sua volta era stata abbandonata, come quella precedente. E così lui era stato allevato dalla nonna e faceva il Cammino per lei. Gli dispiaceva non averle detto una cosa importante, ma io sono sicura che lei lo sapeva. Quando c’è amore a volte le parole non servono. Quando mi parlava della vita della nonna che ha avuto una figlia tossicodipendente e un’altra morta di tumore, io mi sono sentita fortunata perché io ho due figli meravigliosi, ho avuto una vita stupenda, ho viaggiato, ho imparato le lingue, ho un bellissimo lavoro, una famiglia unita, una casa accogliente e mi piaccio io come persona. Io sono stata fortunata.  E quindi ringrazio, nonostante tutto, anche in questo momento di dolore disumano, sì, io ringrazio la vita per tutti i doni che mi ha fatto. 

Non posso non pensare alla canzone di Violeta Parra resa celebre dalla voce di Mercedes Sosa: Gracias a la vida.

Grazie alla vita

Che mi ha dato tanto

Mi ha dato il sorriso

E mi ha dato il pianto

Così io distinguo

La buona o brutta sorte

Così le sensazioni che fanno

Il mio canto

Grazie alla vita

Che mi ha dato tanto

Soprattutto ringrazio per i miei bambini, che sono il suo regalo più bello.  Loro mi hanno fatto scoprire l’amore, un amore così puro, così infinito che mi ha fatto avvicinare a Dio, perché l’amore che una mamma prova è simile all’amore che Dio prova per noi: un amore infinito puro che ci sarà sempre qualsiasi cosa succeda. 

Mi viene in mente la storia di una mamma della Liguria, è una storia di vent’anni fa, suo marito era stato condannato per abuso nei confronti di suo figlio. Lei non l’aveva denunciato perché non sapeva quello che stava succedendo ma, proprio per non averlo denunciato, è stata condannata a quattro anni di carcere e suo figlio è stato messo in una comunità. Il figlio è cresciuto, ora è uscito, potrebbe tornare dalla madre, ma pensa che lei sia responsabile del fatto che sia stato rinchiuso in comunità. E per questo non torna da lei. 

Se ci penso mi si spezza il cuore, io vedo sul profilo di questa mamma le foto che posta del figlio quando era piccolo e viveva con lei e penso che ognuna di quelle foto deve costarle molto dolore, mi fa capire che lei non ha mai smesso di pensare a suo figlio, perché l’amore di una mamma non finisce mai. 

E mentre lo scrivo piango ma nel Cammino è una cosa usuale piangere.  

Un avvocato romano che ho incontrato ieri mi ha spiegato la differenza fra dimenticare e scordare. Se dimentichiamo facciamo uscire dalla mente se scordiamo facciamo uscire dal cuore. Ecco un amore così grande non potrà mai essere scordato. E ripenso ad Alda Merini e le streghe. L’ultimo libro che stavamo leggendo i miei bimbi era proprio sulle streghe, lo abbiamo lasciato a metà e non vedo l’ora di riprendere a leggere insieme a loro!

Il Cammino rende forti, faccio ormai di media 30 km al giorno e mi pare una passeggiata. Accadono molte cose durante il Cammino, e i pensieri si affastellano nella mente. Il tempo vola. Il Cammino che non è solo camminare, ovviamente, è un viaggio dentro di noi!

Non tutte le tappe sono belle. A volte dopo lunghi filari di vigne che restituiscono sfumature di verde oro, si passa a zone trafficate, con città che non sono degne di nota. La cosa bella resta incontrare le persone, parlare con loro. Mi è capitato di sentire i sonetti romani che recitava il nonno al mio amico romano, anche lui mi fa dono di alcuni dei suoi ricordi. Qualcuno lo ha fatto con lui in un altro Cammino di tanti anni fa. Ognuno di noi nel cammino diventa lo scrigno dei ricordi di altri. Cosi, la giornata scivola via, incontrando persone fino al pomeriggio. Poi andiamo in piscina tutti insieme a ridere scherzare e non pensare, svuotati di tutto: di forze, di pianto, di ricordi… solo che appena arrivata mi è capitato di imbattermi nelle voci di alcuni bambini. Una piccola nuvola nera è passata sul mio cuore perché sono affiorati alla mente i momenti felici passati con i miei bimbi. Quando, per esempio, l’anno scorso andavamo in piscina e poi ci vestivamo eleganti e andavamo a ballare alla babydance. Quando gli insegnavo a nuotare e poi mi abbracciavano tutti infreddoliti, quando gli insegnavo ad asciugarsi con le pietre calde di Ventimiglia o quando giocavamo a fare i castelli di sabbia e le ore volavano via. 

Ho sempre avuto la sensazione che per me questa terribile prova fosse una missione, come lo è anche per le altre mamme, non siamo state scelte a caso! Se nel mondo esistono delle ingiustizie, esiste anche qualcuno che le farà finire. Per questo ci sono mamme coraggiose e che non si fermano mai… alcune stanno ore, giorni, a protestare davanti ai tribunali come Laura, Deborah, Luana, Giada, Raffaella, Sara, Luana….

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