Il sole dopo la tempesta

Arzua – Lavacolla (28 km)

Arzua è proprio bruttina… non viene neanche citata nel Libro il Cammino Magico di Francisco Contrera, che tra l’altro è a due giorni di distanza da noi. Ma sul cammino due giorni sono una distanza infinita e vivremo in mondi paralleli senza mai incontrarci.

Come previsto però dopo la tempesta arriva il sole. Fa quasi caldo ed è stupendo camminare in questo sole meraviglioso dopo tanti giorni di pioggia, grigio e vento. Di nuovo questo cammino mi sembra una metafora della vita. Ieri abbiamo attraversato una tempesta incredibile con pioggia continua, torrenziale, fiumi esondati, alberi caduti e oggi arriva il sole! Nessun male è per sempre. Attraversando la tormenta inoltre avremmo potuto lamentarci per il freddo, per la paura, per il fango, per i vestiti bagnati o decidere di viverla come un’avventura e divertirci, nonostante tutto. Come sempre ho deciso l’opzione del sorriso e saltellavo felice tra una pozzanghera e l’altra, divertendomi. Questo spirito ha contagiato anche gli altri pellegrini che invece di lamentarsi hanno iniziato a divertirsi anche loro sentendosi dei Rambo del cammino.

L’anima è quella che vede la bellezza, anche quando la mente la nega.

Neale Donald Walsh

E così abbiamo percorso 30 km sotto la pioggia e abbiamo superato anche la prova dell’acqua. La cosa peggiore è stata quando dopo esserci addentrati in un meraviglioso bosco di eucalipti abbiamo visto che anche qua il fiume era esondato ma che stavolta non c’era proprio la possibilità di attraversarlo perché la corrente era fortissima e l’acqua molto alta. Così abbiamo dovuto tornare indietro e passare dalla strada statale per riuscire a proseguire. Quando ci sono stati dei problemi in ogni caso abbiamo semplicemente trovato una soluzione e siamo andati avanti e dopo la tempesta ecco il sole, sul cammino come nella mia vita.

Alla fine la vita è quella è, sta noi decidere come viverla, se con il sorriso o meno. È anche per questo che quando vedo scritto negli auguri per il 2023 “ti auguro che non ci sia nessun dolore” io non li condivido perché anche il dolore fa crescere.

Siamo tutti come a scuola su questa terra. Siamo tutti immortali, divini e indistruttibili. Siamo qua per imparare lezioni o dimensioni come l’amore, il perdono, la comprensione, la pazienza, la consapevolezza, la non-violenza. Al contrario altri stati d’animo dobbiamo invece disimpararli, come la paura, la rabbia, l’avidità, l’odio, l’orgoglio, l’egoismo (…).

Spesso le lezioni più importanti scaturiscono dai momenti più duri.

Brian Weiss

Ringrazio quindi tutte le persone che ho incontrato in questo cammino e nella vita, anche quelle che mi hanno fatto soffrire, perché adesso sono più forte, mi sento veramente indistruttibile e la sensazione è bellissima. So che nella vita potranno esserci altre tempeste o montagne da attraversare ma so anche che quando ci sarà un problema troverò una soluzione, con il sorriso.

Sono giorni che sto continuando a pensare ai concetti di armonia, amore e pace. E ora che nel cammino arrivo alla Pared de la Sabiduria (Parete della Saggezza) trovo queste frasi:

Gesù si è reso conto che per vivere in armonia non solo non dobbiamo fare del male agli altri ma dobbiamo anche aiutarci reciprocamente”

“Come possiamo evitare le guerre o il cambiamento climatico se continuiamo a vivere pensando solo al profitto?”

“Se continuiamo a pensare solo al profitto arriveremo all’autodistruzione”

Subito dopo sul cammino incontriamo una coppia con un bimbo di nove anni, vengono dalla Costa Rica. Sentono che chiedo a un contadino dove posso trovare una fontana visto che ho finito l’acqua e mi offrono subito una lattina e metà bottiglia di acqua. Aiutarci reciprocamente. Non pensare al profitto ma all’amore e alla condivisione. È questo lo spirito del cammino. Come sempre chiedo come mai sono qua e lui mi dice che ha letto il libro di Coelho tanti anni fa e adesso ha finalmente realizzato questo sogno. Il bimbo cammina circa 15 km al giorno. Anche Ferdinando sta leggendo il ‘Cammino di Santiago’ di Coelho, il libro gli è stato regalato da un Pellegrino qualche giorno fa.

Ci mancano solo più 36 km, ogni passo che facciamo ci porta vicino a Santiago, di nuovo verso la fine di un cammino e non vorremmo… vorremmo che questo cammino continuasse per sempre. Stupendo camminare in mezzo alla natura, sentire il rumore delle cascate, il canto degli uccellini, il profumo della terra dopo la pioggia. Vedere il verde incredibile dell’erba cantare nella mente ‘verde que te quiero verde’ e poi scoprire che oltre a un poema di Lorca esiste in effetti una canzone. Sarà nata qua in Galizia?

Invece fra un po’ questo cammino sarà di nuovo finito, non ci saranno più le frecce che ci indicano la strada da seguire. Ma stavolta fa meno male, so che ci saranno ancora tanti cammini…

Stanotte c’è stato un nuovo regalo: ho sognato che la mia bambina era di nuovo a casa. Come sempre ringrazio anche per questo tempo in più con i miei bimbi.

E a proposito di regali ieri il Cammino me ne ha fatto un altro, vi ricordate che avevo dovuto lasciare i miei bastoncini all’aeroporto? il cammino me ne aveva subito regalato un altro paio ma io non ero molto soddisfatta: a me piacciono i bastoncini con il manico in sughero, non fanno sudare le mani, e mi piacciono quelli telescopici con gli attacchi in metallo. Quelli lasciati a Malpensa avevano gli attacchi in plastica e io mi ero pentita del mio acquisto, mentre quelli che il Cammino mi aveva regalato erano dei bastoncini che non avevano queste caratteristiche. Ieri quando sto uscendo dall’albergue di Palas de Rey vedo i bastoncini di Xan abbandonati in un angolo della cucina. Mi dispiace e decido di portarglieli. Quando ci troviamo tutti insieme alla Pulpería di Melide (il miglior posto per mangiare il polpo in Galizia) porto i bastoncini a Xan che mi dice: “Elena sono tuoi, te li regalo, io non ne ho più bisogno”.

Wow! meraviglioso regalo del cammino.

Questi me li porto a casa! Dagli errori si impara e stavolta compro il biglietto per un bagaglio da stiva e non per un bagaglio da portare in cabina. Quindi ancora una volta il cammino ha realizzato i miei desideri.

Ma continuiamo a camminare…

Alle 4:30 di pomeriggio finalmente arriviamo a Pedrouzo. Di nuovo crediamo che ci siano degli incantesimi perché sulla carta sono segnati 20 km ma nella realtà questi 20 km non finiscono mai. In ogni caso finalmente arriviamo e troviamo anche diversi ristoranti aperti per mangiare. Incredibile! Possiamo scegliere e scegliamo bene perché per otto euro ci fanno un piatto combinato enorme! Così grande che per la prima volta non riuscirò a finirlo e dovrò chiedere aiuto a Xan ed Emilio. Non li ho mai visti così stanchi ed affamati. Mentre mangiamo vediamo arrivare anche Carlos e Almudena: lei è riuscita a camminare anche se ha uno strappo a un muscolo della gamba. Mangiamo tutti insieme e ci diamo appuntamento per il giorno dopo a Santiago alle ore 12:00 alla Cattedrale.

E come sempre il gruppo si divide qualcuno si ferma qua a Pedrouzo e qualcuno invece decide di proseguire per fare ancora altri 8 km e arrivare a Lavacolla, così ne resteranno solo 12 km da fare domani mattina. Io proseguo. Ci mancano ancora due ore di cammino e come sempre arriveremo con il buio: ormai siamo abituati e neanche la notte ci fa paura.

A proposito di paura Ferdinando mentre andiamo a Lavacolla mi racconta che lui temeva di non riuscire a portare a termine il cammino ma che voleva farlo a tutti i costi per dimostrare a sua figlia che lui sarebbe riuscito in questa impresa. Prima di partire si è quindi esercitato tantissimo andando a camminare quasi tutti i giorni, e domani sarà il grande giorno anche per lui. L’arrivo a Santiago. Ha superato anche questa sfida!

Non è stato l’unico a dover affrontare delle sfide. Ieri abbiamo dovuto affrontarne una molto particolare. Nel libro sul Cammino di Santiago, che è quello che ci guida in questo cammino, Coelho deve superare diverse prove e una di queste è la prova del cane che rappresenta il demonio, la paura. Questo demonio, che Paulo incontrerà appunto sotto forma di un cane incarna una forma di pericolo: “Un nemico rappresenta sempre il nostro lato debole. Che può essere la paura del dolore fisico, ma anche la sensazione prematura della vittoria, o il desiderio di abbandonare il combattimento, pensando che non ne valga la pena”, ed egli colpisce non il nostro lato debole ma quello in cui crediamo di essere più forti, poiché per proteggere il primo lasciamo sguarnito il secondo e in questo modo commettiamo anche l’errore più grave ossia “lasciare al nemico la scelta sulla maniera di lottare”. Il nemico esiste per metterci alla prova e sondare la nostra volontà e abilità, per questo è sbagliato sottrarsi alla lotta, perché è peggio che perdere, egli non è il Male ma l’Opportunità perché “una spada priva d’uso finisce per arrugginirsi nel fodero”. Nello scorso cammino la sfida del cane non c’è stata ma non posso dire la stessa cosa stavolta perché di sfide ce ne sono state diverse: forse per il fatto che ci sono pochi pellegrini ci sono invece molti cani liberi. Oggi stavamo camminando in un paesino praticamente deserto, io li chiamo paesini fantasmi. A un certo punto vediamo arrivare di corsa verso di noi un enorme cane. La cosa che ci fa più paura è che il padrone cerca di fermarlo ma senza riuscirci, questo ci fa pensare che sia pericoloso. Il cane si scaraventa contro di noi ed è così pesante che quasi ci fa cadere. In pochi secondi passo nella mente le varie possibilità: potrei scappare ma diventerai una preda e mi attaccherebbe, potrei salire su un muretto ma salirebbe anche lui e quindi alla fine l’unica possibilità che mi viene in mente è trasformarmi in una via di mezzo tra San Francesco, che trasmetteva amore e non paura, e usare la tecnica del morto: stare ferma e fare finta di essere morta, che in genere funziona sempre. Se il cane fosse stato veramente cattivo non so come sarebbe andata a finire ma questo in realtà è un cane buonissimo che ci veniva incontro solo per farci le feste. Per fortuna! Era così grande che faceva veramente paura. Stamattina poi c’è stato un altro ‘incontro’ con due cani e stavolta non erano buoni. Un pellegrino, morto di paura, fa vedere il bastone e loro alla fine scappano, io invece come sempre mi paralizzo nella mia tecnica del morto.  Insomma in questo cammino abbiamo superato anche la prova del cane e spero non ce ne siano altre. Ne parlo con Gioele e Federica. Gioele adora i cani e quando gli arrivavano addosso mi racconta che lui in effetti faceva come San Francesco, emetteva amore e non paura, e si faceva annusare le mani per farsi riconoscere. Ha sempre funzionato, cercherò di provare questa tecnica nel prossimo cammino, sul trasmettere amore credo non avrò problemi ma come farò a far andare via la paura?

Come previsto arriviamo a Lavacolla di notte, anche qua ci sono molti cani che abbaiano ma per fortuna sono legati, ed è bellissimo camminare con l’aria fresca sulla pelle. L’unico disturbo è il rumore degli aerei, l’aeroporto è situato proprio a lato del cammino, che inoltre mi fa ricordare che domani ne dovrò prendere uno. L’ultima parte del cammino è completamente buia e dobbiamo attraversare un bosco di eucalipti. E’ un po’ faticoso perché la pioggia di ieri li ha spogliati dalle loro cortecce che ora giacciono per terra e potrebbero farci inciampare. Gli eucalipti però sono bellissimi ora che sono tutti bianchi e quasi brillano nella notte. Scopro che sono arrivati in Europa nel XIX secolo grazie a un religioso galiziano che portò i suoi semi dall’Australia per piantarli proprio in Galizia. Forse è per questo che ce ne sono così tanti.

Gli altri pellegrini accendono le loro torce frontali a me invece piace camminare nell’oscurità, fare abituare gli occhi al buio e ricominciare a vedere anche nella notte e così vado avanti da sola per questi ultimi chilometri in cui non ci sono più pensieri ma solo gambe che camminano.

Non avere paura del buio, ti aiuterà a trovare la luce.

Neale Donald Walsh

La sera vorremmo fare un po’ di bucato perché non abbiamo più calze per il giorno dopo. Chiedo a dei ragazzi tedeschi che sono con noi nell’albergo come fare e loro mi rispondono: “non c’è problema, noi facciamo così: laviamo a mano e poi prendiamo la centrifuga dell’insalata per asciugare mutande e calzini!”… insomma se anche voi un giorno farete il cammino di Santiago vi consiglio di non usare mai le centrifughe per asciugare le foglie della vostra insalata, non possiamo sapere cosa hanno asciugato prima del nostro passaggio.

Nell’attesa che arrivi domani vi dedico questa poesia di Corinna Aghelopulosyy:

– “Ti sei imbattuta in persone cattive, false, bugiarde, persone che ti hanno ferita a morte, ma tu sei qui serena e continui a sorridere…come fai?”
– ” È semplice, quando la tua anima è limpida, quando sai di aver dato tutto, di non aver mai mentito, né fatto nulla per nuocere l’ altro, pur potendo, ritrovi la pace vera.”
-” Beata te, dopo quello che hai subito, io avrei fatto ben altro.”
– ” Forse si, ma ho realizzato che questi esseri non meritano la mia attenzione, sono il nulla….ricorda, il male e la cattiveria non vincono mai!!! Prima o poi, troveranno chi li ripagherà con gli interessi, chi farà cadere la maschera che indossano e, con essa, tutto il castello di bugie su cui hanno costruito la loro vita.
Le vittime di tante bassezze si riconosceranno, allora sarà davvero l’apocalisse!!!
Ricordi il detto? Il saggio non agisce, si siede tranquillo sulla sponda del fiume aspettando che passi il cadavere del suo nemico.”
– ” Potrei anche essere d’ accordo, ma non ti fa arrabbiare che queste persone mentano e ti diffamino mentre sono lì tranquille a farsi compatire?!”
-” No, non mi interessa, perché loro sanno che la mia verità è l’unica verità. Lo negheranno sempre, ma dovranno farci i conti prima o poi.
Esistono persone che giocano sporco tutta la vita e poi, soddisfatte perché non subiscono alcuna vendetta per il male inferto, suppongono di averla fatta franca. Io glielo lascio credere volentieri… sarà il tempo a portare loro il conto, non io.
Io volo alto, finalmente libera di vivere.
Loro credono di aver vinto la partita, ma solo perché non hanno capito una cosa: io non sono scesa nemmeno in campo a giocare.
Non mi interessa rotolare nel fango.
La serenità, la pace del cuore, la libertà e l’ amore per me stessa sono la mia vittoria e la loro punizione!”


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