Io mi rialzo

Tappa Poncevadon- Ponferrada 27 km

Ci siamo svegliati all’alba per andare alla Cruz de Fierro. Questo è un passaggio importante: è il punto in cui simbolicamente lasceremo il passato per ricominciare una nuova vita. 

Il passato nel mio caso è rappresentato da una grossa pietra, un pesante masso che ho deciso di lasciare proprio vicino alla croce. 

Questa pietra rappresenta gli ultimi cinque anni in cui abbiamo subito una tremenda violenza, anche istituzionale. In quelle molecole dure sono racchiusi i pianti miei e dei miei amati bambini, la paura, la sofferenza e la non vita. Sì perché questi ultimi cinque anni sono stati anni di non vita: chiedere aiuto per proteggere i propri figli e non riceverlo non porta vita e nemmeno sopravvivenza. 

Ho lasciato quel masso sotto la croce e con esso tutto questo dolore. Proprio nel momento in cui l’ho fatto è arrivato il vento. La sincronicita’ del destino. È stato come se il vento mi avesse aiutato a portare via quel passato. È stata un’emozione forte, liberatoria. In quell’istante mi sono resa conto che tanto di quel passato era già stato lasciato lungo il Cammino. Era andato via camminando l’ho lasciato andare, giorno dopo giorno. Dicono che dopo il rito della Cruz de Fierro inizia la nuova vita. E io la inizio così: ringraziando per il Cammino, per i miei bimbi che torneranno a casa, per i meravigliosi momenti passati insieme, per il regalo che la vita mi ha fatto di essere mamma. E inizio a immaginare quando rifarò il Cammino insieme ai miei bimbi. Forse li aiuterà a guarire anche le loro ferite e riacquistare pian pianino fiducia nel mondo, a rialzare lo sguardo verso il futuro… 

Parlo con Angel, un signore francese, di quello che mi è accaduto e lui mi dice che devo ringraziare perché questa è una seconda vita, perché sono riuscita a uscire da una situazione di violenza. E mi viene in mente Michele anche lui sta facendo il Cammino per ringraziare, per la sua seconda vita. È guarito da un tumore al fegato! Ha ragione Angel, questa è la mia seconda vita! Non sempre mi rendo conto del fatto che sono di nuovo libera! Posso ridere, saltare, sorridere piangere, stare ferma…quando voglio, senza che ci sia qualcuno che mi imponga di non uscire o parlare o pensare o semplicemente esistere…

Io mi rialzo…

Ecco la meravigliosa poesia di Maya Angelou:

Eppure mi rialzo

Puoi infangarmi nella storia

con le tue amare, contorte bugie.

Puoi schiacciarmi nella terra

ma, come la polvere, io mi rialzo.

La mia sfacciataggine ti disturba?

Perché sei afflitto dallo sconforto?

Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio

che pompano nel mio salotto.

Proprio come le lune e i soli,

con la certezza delle maree,

come le speranze che volano alte,

io mi rialzo.

Volevi vedermi spezzata?

Con la testa china e gli occhi bassi?

Spalle cadenti come lacrime,

indebolite dai pianti della mia anima?

La mia immodestia ti offende?

Non te la prendere così tanto

solo perché io rido come se avessi miniere d’oro

scavate nel mio giardino

Puoi ferirmi con le tue parole,

puoi trafiggermi con i tuoi sguardi,

puoi uccidermi con il tuo odio,

eppure, come la vita, io mi rialzo.

La mia sensualità ti disturba?

Ti coglie di sorpresa

Che io danzi come se avessi diamanti

alla confluenza delle mie cosce?

Dalle capanne della storia ignobile

io mi rialzo.

Da un passato radicato nel dolore

io mi rialzo.

Sono un oceano nero, impetuoso e vasto

che traboccante e gonfio avanza con la marea.

Lasciandomi indietro notti di terrore e paura

io mi rialzo

in un nuovo giorno miracolosamente chiaro

Io mi rialzo

Portando i doni lasciati dai miei antenati,

sono la speranza e il sogno dello schiavo.

E così mi rialzo,

mi rialzo

mi rialzo.

Da Leon sto viaggiando con un gruppo di francesi. Tra di noi c’è anche la scrittrice Celine Anaya Gautier. È  al suo decimo Cammino di Santiago. Scrive libri sui suoi cammini. È l’ennesima testimonianza del fatto che si può vivere dei propri sogni. Lei mi racconta una bellissima storia di un suo viaggio di tanti anni fa. Aveva incontrato un argentino che faceva il Cammino perché era riuscito a diplomarsi da adulto. Lui, senza sapere niente della cruz de Fierro, aveva deciso di fare il Cammino con una pietra che aveva preso il giorno del funerale di suo padre, avvenuto quando lui aveva ventidue anni. Quando arrivò alla cruz de Ferro decise di deporre la pietra. E cominciò a piangere, un pianto a dirotto. Pianse per tre giorni di fila senza interruzione. Erano le lacrime di una vita che non era mai riuscito a piangere e che stavano lasciando il suo corpo per poter lasciare spazio alla sua seconda vita. Celine mi racconta che nella dedica di un libro ai suoi figli ha scritto ‘io vi auguro che nella vostra vita arrivino tutti i mali del mondo ma che voi abbiate la forza di affrontarli per diventare la migliore versione di voi stessi’. E io spero che questa difficoltà che stiamo incontrando io e i miei piccoli bambini ci serva a diventare persone migliori, che superarla sia la prova per diventare la migliore versione di noi stessi. Quando ho conosciuto il figlio più grande di un’altra mamma a cui erano stati portati via i figli dopo le denunce, mi ha detto che da grande vorrà fare l’avvocato in modo da riuscire a difendere i diritti delle persone che come lui hanno subito ingiustizie. 

Il dolore può quindi essere un motore per cambiare il mondo in positivo. Che il dolore non sia arrivato invano ma che sia il seme di un cambiamento in positivo del mondo mi sembra per lo meno una consolazione. 

Ho incontrato un pellegrino che mi parla della reincarnazione e mi dice che ci sono vite semplici dove non succede quasi niente, dove va tutto bene e dove tutto scorre. Io di queste vite ne ho conosciute diverse e, non mi vergogno a dirlo, ogni tanto mi viene quasi un po’ di invidia, lo devo confessare. Ma secondo questa teoria queste sono vite in cui in realtà non si avanza spiritualmente, sono appunto solo vite di riposo. Le vite dove si avanza sono le vite piene di prove da affrontare. Non so cosa succederà dopo la nostra morte ma spero in ogni caso che questa sia la peggior prova che i miei figli e io abbiamo dovuto affrontare, spero che avremo la forza di superarla e spero che tutto questo dolore non sia avvenuto invano.

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