La magia del cammino

Villalcazar de Sigra – Terradillo de los templarios (32 km)

Passata la notte ripartiamo più tardi del solito per evitare il freddo mattutino delle Mesetas. Finita la giornata, la sera decidiamo di fermarci in un paesino minuscolo dove c’è solo un negozio che per altro sta chiudendo.

Chiedo preoccupata dove mangeremo e l’hospitalero, anche lui un volontario del Cammino, ci rassicura dicendoci che gli altri Pellegrini si sono già organizzati per una cena comunitaria.

Sarà una delle cene più buone fino ad ora! Siamo solo in otto ma sembra una piccola Torre di Babele. Si parla francese, spagnolo, italiano, inglese e tedesco. Cristiano di Perugia, che fa 40 km al giorno, ci prepara un buonissimo risotto e un signore olandese ci prepara il pollo con l’insalata. Dopo la cena scopriamo che Michele ha appena fatto un’operazione per un tumore al fegato e che ora sta facendo il Cammino per benedire la sua seconda vita: i medici gli hanno detto che è definitivamente guarito. Mentre ce lo racconta piange… vergognandosi di questo momento di debolezza che sarà invece il più emozionante della serata. 

Ecco riaffiorare la magia del Cammino dove si provano le emozioni degli altri senza filtri. L’olandese condivide con noi la sua condizione: anche lui ha un cancro. Per il momento sta ‘dormendo’ ma da un momento all’altro potrebbe risvegliarsi. Dice che sta facendo il Cammino per suo padre: è morto tre mesi fa. Ha bisogno di camminare per ritrovare equilibrio dopo questa perdita che l’ha lasciato senza punti di riferimento. Tutti e tre parliamo e scriviamo. In tanti pensano di scrivere un libro dopo questa esperienza. È talmente forte che lascia segni permanenti nell’anima di chi l’affronta. Qualcuno l’ha nominata: sindrome del Cammino. Michele però scrive per i suoi nipotini spera che un giorno suo figlio leggera’ le tappe del suo viaggio ai suoi nipoti… proprio come spero di fare io con voi, amori miei….

A proposito di libri vi consiglio La Mafia Legale – Come i Servizi di Protezione dell’infanzia Rapiscono e Vendono i Bambini – dove Mina Ghiate racconta la tragica storia che ha vissuto in prima persona, disvelando i retroscena della legge sull’affidamento dei minori in Italia.

«Ho voluto svelare i segreti del funzionamento di questo sistema e quali sono le sue motivazioni. Ho rivelato che il sequestro di minori e l’adozione illegale è finalizzato alla tratta di bambini e al profitto illecito sulla loro pelle, un mercato che frutta 5 miliardi di euro l’anno.»

Nel libro sono raccolte le testimonianze dirette famiglie che hanno subito questo sistema, i cui figli sono stati presi dai servizi sociali spesso con motivazioni pretestuose.

Originaria del Marocco, Ghiate è laureata in lettere inglesi e, dopo il matrimonio, ha avuto due figlie. Nel 2006, dopo la separazione dal marito, si trasferisce in Italia per iniziare una nuova vita, e sposa un italiano con il quale si trasferisce a Reggio Emilia. Qui, tuttavia, l’uomo avrebbe cominciato a mostrare insofferenza per la presenza delle bambine rendendosi protagonista di atti di violenza domestica. Temendo per l’incolumità delle figlie, Ghiate si è allora rivolta ai servizi sociali che, tuttavia, le hanno sottratto la tutela delle minori sostenendo che non fosse in grado di proteggerle.

Comincia così un lungo calvario legale per la riconquista della custodia delle bambine che fa progressivamente perdere le speranze all’autrice, almeno fino a quando l’allora responsabile territoriale dei Servizi Sociali, Federica Anghinolfi, non viene indagata nell’ambito dell’inchiesta Angeli e Demoni e dello scandalo di Bibbiano.

Ghiate riprende allora, con maggiore determinazione, la sua lotta, fatta di proteste presso i Pubblici Uffici e di scioperi della fame, in seguito ai quali si vede addirittura accusata dalla psicologa dei servizi sociali di sfruttamento della prostituzione nei confronti delle due figlie.

Per tale reato, Ghiate sarà condannata in contumacia nonostante le analisi svolte dai medici al momento della sottrazione delle minori alla tutela della madre nel 2006 avevano dichiarato che le bambine non avessero avuto alcun rapporto né tantomeno subito violenza e le è stato definitivamente impedito di vedere le proprie figlie, che oggi risultano adottate a poca distanza l’una dall’altra.

1 commento su “La magia del cammino”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate