La prova dell’acqua

Palas de Rey- Arzua (30 km!)

Ieri dopo 25 km siamo arrivati, sotto una pioggia torrenziale e senza aver potuto mangiare altro che cioccolata e banane perché era tutto chiuso nel cammino.


Siamo subito andati a cercare un ristorante per fare il nostro cenone ma tutti i locali stavano chiudendo per andare anche loro a festeggiare il capodanno! Allora abbiamo lasciato gli zaini nell’albergue municipal e con tutti i pellegrini siamo andati al supermercato e abbiamo comprato l’occorrente per fare un super cenone di capodanno, pure le pentole! È stato stupendo condividere e cucinare tutti insieme. Ovviamente il cuoco principale era un italiano, Emilio, che ha preparato una meravigliosa pasta alla matriciana.

Però verso le 22,30 eravamo tutti stanchi e il giorno dopo ci aspettavano 30 km sotto la pioggia. E così Emilio ci ha proposto di fare come nei film di Fantozzi. Vi ricordate? L’orchestra che suonava alla cena doveva andare a suonare a una cena più importante e così spostavano gli orologi avanti e si festeggiava alle 22,35. Abbiamo fatto anche noi cosi!

Quando sono andata a dormire ho sognato i miei bimbi. Nel sogno la mia bimba non mi vede ma il mio piccolino mi viene in braccio. Gli dico che gli voglio bene, che non vedo l’ora che torni a casa. Lui mi dice, un po’ distante ed arrabbiato, che l’amore è nella comunità. Capisco che si sente abbandonato e ferito. Come può un bambino così piccolo capire quello che è successo? Starà pensando che io non lo voglio più? Che l’ho abbandonato? Questo pensiero è insopportabile. Gli dico con tutto l’amore del mondo che non l’ho deciso io, che è stato un giudice ad imporlo. Che io lo sto aspettando perché è la mia vita. Che vorrei stare con lui ogni istante. Per un attimo torna ad essere il mio piccolino di prima e non un bambino ferito e per questo distante.

Un secondo e poi ci dobbiamo lasciare.

Amo il momento dei sogni perché posso stare con loro. All’inizio mi faceva piangere adesso invece penso che sono momenti in più per stare con i miei topini, in fondo qualcuno diceva che la vita è sogno.

Nella realtà ci concedono di vederci solo per due ore al mese, senza telefonate. Ancora non hanno potuto vedere i nonni, le cugine, i loro amici. 

Bambini senza diritti…

Mi chiedo come sia possibile visto che le linee guida del Ministero dell’Interno dicono il contrario: il percorso di accoglienza assicura ai genitori, ai fa- miliari e agli adulti di riferimento, quando non in conflitto con le esigenze di tutela, ogni forma appropriata di mantenimento e sviluppo dei legami affettivi e relazionali con il bambino in accoglienza eterofamiliare. 

E le leggi? sono state rispettate?

L’articolo 1 della legge 149/2001 dispone che: il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. Il principio ispiratore della legge è quello secondo cui la sottrazione del minore al proprio nucleo familiare dovrebbe costituire una eccezione rigorosamente e coerentemente motivata ed ogni sforzo dovrebbe quindi, essere volto a mantenere i figli in famiglia.

I miei bambini sono stati istituzionalizzati in assenza dei criteri di necessità e urgenza richiesti dalla legge.

Siamo ancora in uno Stato di diritto?

Ma torniamo al cammino. Oggi abbiamo dovuto superare la prova dell’acqua! E non è stato facile. Ha piovuto tutto il giorno! 

Visto che tra pioggia e cappucci quasi non si riesce a parlare, penso. Mi viene di nuovo in mente che se solo capissimo che siamo tutti uno nessuno di noi farebbe più male ad un altro essere vivente.

Non ci sarebbero più odio, divisioni e guerre… 

Mi ricordo una frase, forse di Hemingway:

“Ho visto il nemico ed era come noi”. Mi sembra stupenda! In una visione basata sull’odio e la divisione invece si cercherà sempre di creare due fazioni: il nemico è il cattivo, noi siamo i buoni, o per lo meno migliori di lui. Tutte le colpe sono sue e quindi noi abbiamo il diritto di essere contro di lui.

Nel cammino invece è come se noi fossimo tutti uno. Ci prendiamo cura gli uni degli altri, ci trattiamo con gentilezza e se qualcuno di noi ha un problema tutti noi cerchiamo di risolverlo. Se ci sono gioia o dolore li condividiamo tutti insieme. Nella cena parliamo dei miei bimbi e si vede che Xan soffre per quello che è successo. Leggo a voce alta quello che ho scritto nel blog e tutti hanno le lacrime agli occhi, come se fossimo una unica anima.

Forse è per questo che è così difficile ogni volta lasciare il cammino?

Lascia che tutti coloro i quali hanno orecchie per intendere, ascoltino. Perché Io ti dico questo: al momento della crisi in tutti i rapporti umani esiste un’unica domanda: che cosa farebbe adesso l’amore? Nessun’altra domando è degna di rilievo, nessun’altra domanda ha significato, nessun’altra domanda ha qualche importanza per la tua anima.
Neale Donald Walsh

E cosa sta succedendo invece nel mondo?

Immigrati che muoiono in mare, guerre, femminicidi… l’altro giorno sono andata al Teatro Piccolo di Milano per il Premio Drammaturgico Carlo Annoni 2022 che è organizzato da un mio amico attore. Sono stata molto colpita dall’opera che poi ha vinto il premio: Il vomito di Dio, di Francesco Magali’. L’ho seguita con le lacrime, quasi singhiozzando. Parlava della Cecenia e della repressione degli omosessuali in questo paese. Ecco il finale: dal 2017 e ancora oggi in Cecenia è in atto una repressione sistematica e violenta della popolazione gay e lesbica nella quasi totale indifferenza dei paesi occidentali, Europa compresa. I sopravvissuti aiutati a fuggire all’estero fanno racconti raccapriccianti. La popolazione omosessuale è ricattata, taglieggiata, torturata e spesso uccisa. Tutto ha avuto inizio la notte del 26 gennaio 2017 quando ventisette persone sono state fucilate dopo aver subito settimame di sevizie e poi scomparse nel nulla, sepolte in fosse comuni scavate in fretta nel giro di una notte. Le vittime erano tutti ragazzi, il più giovane aveva diciassette anni, il suo nome era Ismail Bergan Shadidovich. Scusate la mia ignoranza ma pensavo che nel 2022 non ci fossero più questi crimini contro l’umanità. Invece scopro che in circa 70 paesi ci sono ancora leggi che puniscono gli atti sessuali con persone del proprio sesso. La pena di morte per omosessualità inoltre è prevista in quattro paesi: Arabia Saudita, Sudan, Mauritania e Iran. Come è possibile? 

In questa catena del male non posso non pensare ai bambini portati via in modo coatto, come avrebbe dovuto succedere anche ai miei. I signori anziani che hanno visto questi prelevamenti hanno detto che era sembrato loro di rivivere i rastrellamenti nazisti. Mamme a cui fanno un Tso (trattamento sanitario obbligatorio), buttate per terra, ammanettate, bambini strappati via tra le urla… io non riesco neanche a guardarle queste scene. Un mio amico delle forze dell’ordine mi ha detto che dopo i prelevamenti vomita. Il mio sogno è invece che a un certo punto le persone si rifiutino di prelevare i bambini con la forza, che si rifiutino perché non fa parte dello Stato di diritto. Obbedire agli ordini nel processo di Norimberga non è stata considerata una scusa valida.

“La Corte di Cassazione con ordinanza n. 286/2022  in accoglimento totale del ricorso presentato dalla signora M., annulla la decisione di decadenza dalla responsabilità genitoriale sul figlio minore e di trasferimento del bambino in casa-famiglia, ritenendo l’uso della forza in fase di esecuzione fuori dallo Stato di diritto. La Suprema Corte cassa la decisione della Corte di appello di Roma poiché ha inteso realizzare il diritto alla bigenitorialità rimuovendo la figura genitoriale della madre e ciò sulla base di apodittiche motivazioni che richiamano le consulenze tecniche, tutte volte all’accertamento dell’alienazione parentale, nonostante la stessa sia notoriamente un costrutto ascientifico”. 

Il mio desiderio per il 2023 è che non ci siano mai più prelevamenti coatti e bambini portati via in nome di teorie ascientifiche come la Pas o in nome di valutazioni soggettive.

Intanto si continua a camminare. Un pellegrino si sta lamentando della pioggia. Io invece, forse per i sassolini dei miei bimbi nello zaino, mi diverto come una bimba. Sarà il loro spirito che mi contagia? O sono io che ho imparato a danzare sotto la pioggia? Il cammino oggi mi sembra un vero parco avventura: bisogna passare nel fango, in strade piene di acqua, salire sui muretti per non bagnarsi, a volte bisogna tornare indietro e seguire la strada statale perché i ponti sono inondati. Anche i miei bimbi si sarebbero divertiti immensamente. 

Per fortuna io ho una mantella per la pioggia di una cerata molto spessa e l’acqua non passa. Devo confessare che la sera prima di partire la volevo lasciare a casa per togliere ancora un po’ di peso. Poi ho guardato le previsioni e ho deciso di portarla, ottima idea! Gli altri Pellegrini infatti hanno delle cerate per piogge più leggere e sono tutti bagnati. Per questo molti si fermano a Melide e non continuano fino ad Arzua. Se non dovessi arrivare a Santiago entro due giorni forse lo farei anche io.

In questa giornata di pioggia mi viene in mente un’altra storia: “le mie figlie di 6 e 9 anni hanno parlato delle  molestie sessuali del padre alla pediatra oltre che a me e alla nonna. Non sono state ascoltate e sono state rinchiuse in una comunità. Dopo la comunità vogliono affidarle a lui… ma cosa sta succedendo? Chiedo aiuto per le mie bambine

Perché in presenza di un sospetto così grave non hanno messo le telecamere? perché non hanno fatto indagini vere?perché invece hanno tolto le bambine a una mamma che aveva cercato di proteggerle? perché adesso le vogliono mandare dal padre?

Ogni tanto mi chiedo se l’abuso sia diventato legale.

Mi chiedo anche quando avrà fine questo cortocircuito della giustizia.

Perché nessuna ingiustizia è per sempre e dopo la tempesta arriva sempre il sole.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Translate