E in questo secondo compleanno senza i miei figli decido di non piangere per la loro mancanza ma di donare amore ai meravigliosi amici speciali della Cordata. L’amore che non posso donare ai miei bambini così non va perso.

Decido anche di ringraziare immensamente per la vita, nonostante tutto.
Tra i vari regali ricevuti una amica mi scrive:
A te che nel buio vedi la luce delle stelle, perché solo nel buio possiamo vederle.
Stupendo.
Emanuele Lopez invece mi regala una sua poesia che esprime quello che sto sentendo oggi! Incredibile… non conosco l’autore ma è come se avesse letto nella mia anima.
Mi hanno insegnato
a non pretendere nulla dalla vita,
ma a gioire nel donare.
Mi hanno insegnato
che questo piccolo mondo
in realtà è un grande dono.
Mi hanno insegnato
che l’amore è la vera forza
che sorregge in cielo le stelle.
Oggi scopro
che il viaggio della vita
è bello e che vale la pena
viverlo e condividerlo
con compagni di viaggio
che chiamerò amici.
Il mio augurio,
per il tuo traguardo di oggi,
è quello di avere sempre
tanti amici di viaggio
che condividano con te
l’amore per la vita
Emanuele Lopez
Gioire nel donare…
L’ho scoperto tanti anni fa, quando ho iniziato a fare volontariato proprio con la Cordata. Avevo letto in un libro che fare delbene agli altri faceva bene all’anima e avevo voluto provare. La sensazione tornando a casa era che loro mi avevano donato molto di più di quello che avevo dato io, e che quel regalo era per sempre.
Avete presente quando non vediamo l’ora di comprare l’ultimo modello di tablet e poi quando arriva a casa, dopo il primo momento di entusiasmo, sentiamo solo una grande sensazione di vuoto?
Facendo volontariato è esattamente il contrario. La sensazione di pace e gioia rimangono, per sempre.
È anche provato dalla scienza: fare del bene agli altri provoca una immediata sensazione di benessere fisico e mentale e poorta a vedere il mondo in positivo. Aiutando gli altri, dunque, aiutiamo anche noi stessi. Spesso nella frenetica vita quotidiana perdiamo di vista il significato di quello che facciamo. Ma l’essere umano ha bisogno di dare senso alle sue azioni. Fare del bene restituisce immediatamente quel senso perduto.
È proprio quello che sento io, ogni volta.
Tornare dalle vacanze con la Cordata è un po’ come tornare dal cammino di Santiago: la sensazione è quella di vivere in una bolla di unione e condivisione dove non esistono odio o invidia ma solo amore. Anche l’aspetto fisico scompare, siamo anime. Ed è un po’ anche come tornare bambini, ridere, scherzare, ballare… senza paura di giudizio perché non c’è giudizio in questo mondo speciale. Quindi anche stasera mi trovo un po’ in un limbo tra due mondi e non vedo l’ora di tornare di nuovo a stare ancora tutti insieme.

Ma parliamo di oggi: partenza da Gorgonzola alle otto e mezza dopo un mare di abbracci e di bentornati! Arrivo a Piacenza verso le dieci per una gita turistica con una guida che ci fa scoprire le meraviglie e le storie della città. E quando stiamo per fare la foto di gruppo che rimarrà negli album della Cordata…io devo correre dietro a T. che scappa in Chiesa per fare la comunione. E così noi in quella foto storica non ci saremo, ma poco importa. Dopo la visita andiamo in un agriturismo per il pranzo e per festeggiare il mio compleanno. Ci trasformiamo in casari per preparare un primosale con il latte appena munto, salutiamo mucche, asini e oche e in un secondo sono le diciasette ed è già ora di tornare verso Milano. Rimarranno però per sempre nella memoria i ricordi di questa giornata e dei suoi protagonisti. E ora ve li presento: c’è A., così grande e grosso, che anni fa mi faceva paura! Ma ora ho imparato a capire il linguaggio dei suoi occhi e alla paura si è sostituito l’amore! Io, che non credo di essere un genio della musica, spesso mi metto a cantare Bandiera gialla per lui e balliamo insieme felici come se non ci fosse un domani. C’è A.: piccola, dolce, silenziosa potrebbe passare inosservata ma se per un attimo la guardi negli occhi capisci che aspetta solo il tuo sguardo per comunicarti che ti vuole già bene. C’è D.: da quando lo conosco, lo ‘amo’. È anche uno dei miei ballerini preferiti e l’ho inserito in uno spettacolo teatrale di raccolta fondi. Era il mio sogno da quando l’avevo visto ballare per la prima volta con S., la sua fidanzata dell’epoca.
A., la miss eleganza del gruppo, è lenta come una lumachina ma è impossibile non volerle bene. G. riempie tutti di baci e abbracci e adora parlare al microfono! Una estate per questa sua passione per il palcoscenico ci ha obbligati ad andare a cantare ‘Gelato al cioccolato’ a un karaoke pieno di gente… esperienza da dimenticare! M. è uno spettacolo della natura! Io sono una persona molto entusiasta ma lei mi batte! E il suo entusiasmo coinvolge tutti! T. è da tantissimi anni il mio ‘compagno’ di gite e come avete capito ha una passione per le chiese, il suo sogno è quello di diventare prete.
A. è su una sedia a rotelle ma i suoi occhi sprizzano gioia, anche lei mi chiede quando tornerò alle gite con i miei bambini.

M. non parla e non si può muovere ma vive per queste giornate insieme e noi lo adoriamo. L’elenco sarebbe infinito… ognuno di loro è unico e speciale e io ringrazio di poter far parte di questo mondo, ringrazio per l’affetto che mi danno e ringrazio per il dono di queste giornate insieme! E poi vabbè c’è Lorenzo Massara, presidente da oltre vent’anni della Cordata. È la sua missione e ci si dedica anima e corpo. Mi ricorda che la nostra vita è piena di angeli, anche se non si vedono le ali.

La Cordata invece mi ricorda che l’universo intero cospira affinché si realizzino i sogni più belli. Da oltre vent’anni non sono mai mancati i volontari e le donazioni che permettono a questo sogno di esistere.
In queste giornate non dimentico gli amici che ci hanno lasciato: la Rosy che nonostante i suoi settant’anni adorava la musica rock e voleva sempre ballare. La Rosy che mi diceva: ‘Elena nel mio paese mi dicono che non sono normale…’ e il mio abbraccio infinito per farle capire che hanno ragione perché lei non è normale, è speciale! Rosy ci manchi! Mi ricordo della Pinuccia così piena di vita che a un certo punto ci ha colti di sorpresa rimanendo senza vita. E mi ricordo di Mario. Il mio Mario, mio ‘compagno’ di gite prima di Tiziano. Era un signore di settant’anni ma era come se di anni ne avesse tre. Sua mamma era molto preoccupata, mi diceva che aveva paura: cosa sarebbe successo al suo meraviglioso bambino dopo la sua morte? Avrebbe dovuto vivere rinchiuso in una comunità? Questa è la paura di quasi tutti i genitori. Ma lui forse l’ha sentita e ha deciso di non darle questa preoccupazione. Ha deciso di partire prima di lei.
Per questi incredibili genitori, che hanno un amore infinito per i loro figli, la preoccupazione è infatti sempre la stessa. Cosa succederà dopo la nostra morte? In questa giornata ancora di più sento il dolore di una mamma di Torino. Ha un figlio iperattivo che è stato rinchiuso in una comunità da quasi tre anni, senza che a lei sia concesso di vederlo. Mi chiedo come sia possibile separare un bambino disabile dalla sua mamma: la sua mamma è ancora in vita…
Vi lascio con la lettera che ha portato al Papa per chiedere aiuto per far tornare a casa il suo bambino che sta morendo di dolore lontano da lei.
Che nessuno separi ciò che Dio ha unito.

Caspita ho letto tutto ciò, che dire mi hai commosso ieri ti ho incontrato per la prima volta ho visto la dolcezza e l’impegno che avevi con tutti i ragazzi sei da ammirare, sei una gueriera, ti auguro di riavere presto con te i tuoi figli, un abbraccio 🤗
Grazie a te Cesare per il tuo commento ma soprattutto per il tuo impegno con i ragazzi (ormai sei un elemento fondamentale della Cordata!) e per il tuo aiuto ad altre mamme vittime di violenza istituzionale. Come ho scritto siamo attorniati da angeli, anche se non si vedono le ali