Volevo camminare con voi, cammino per voi

Pamplona è meravigliosa! Ci sono appena arrivata dopo un lungo viaggio in autobus. Ho attraversato l’intera Francia, oltrepassato i Pirenei e finalmente sono arrivata qui nella città dei tori, della Festa di San Firmino… Pamplona mi fa venire in mente una sorta di coraggio, il confronto con sé stessi e le proprie paure. Sarà perché stasera c’è la festa tanto amata da Hemingway dove i ragazzi corrono davanti ai tori per dimostrare il loro coraggio?
Dopo avere registrato le mie credenziali mi sono diretta a Puente la Reina.
E qui ho fatto il primo errore… in tutte le guide c’è scritto di prenotare per lo meno la prima notte ma io non l’ho fatto. Mi sembrava troppo da turista prenotare e a me piace viaggiare con lo spirito del pellegrino, del qui e ora, del viandante che arriva e cerca un posto per dormire. Bene, voi non fatelo! Per lo meno non fatelo ad agosto. Quando mi sono messa a cercare un letto, alle 16,30, era tutto pieno. Se non hai prenotato ti conviene arrivare verso mezzogiorno o le due per trovare posto. Per fortuna proprio quando stavo perdendo le speranze, e mi stavo adeguando all’idea di rimettermi in cammino fino al paese successivo, un pellegrino ha cancellato la sua prenotazione e così sono riuscita a trovare il mio primo albergue. Ho avuto paura? Un po’ si, ma mi conosco bene e so che me la cavo sempre.
A dire il vero, prima di iniziare qualsiasi cosa c’è sempre un po’ di paura ma bisogna ricordarsi di andare oltre.
Credevo che le persone coraggiose non la provassero. Invece no, la paura c’è, anche per loro, la differenza sta nel fatto che la affrontano e la superano. Il coraggio penso sia proprio questo, andare oltre la paura, per potere raggiungere quello che può sembrare irraggiungibile: i sogni. Cacciando la paura e la vocina che ci dice che non ce la faremo. La vocina è sempre molto convincente. C’era anche prima che iniziassi il blog e questo viaggio. Ma io non l’ho ascoltata.
Ed è stato così per ognuno dei miei viaggi. La paura prima di partire è passata quasi subito ma ogni tanto faceva capolino.
Ricordo una volta, avevo circa vent’anni, ed ero in Messico. Ci sono stata tre mesi perché volevo sfruttare il tempo libero rimastomi prima della laurea e ho pensato di viaggiare oltre le colonne d’Ercole. Era la mia prima volta oltreoceano e in paese molto pericoloso. Avevo una paura incredibile, ma anche quella volta l’ho superata e con il cuore che batteva a mille sono partita. E così, ho visto la meravigliosa Real de Catorce, ho attraversato i deserti del Messico di notte, ho visto le piramidi di Palenque e il Chiapas.
Se avessi dato retta alla paura mi sarei persa tutto questo.
Quando poi sono diventata mamma, ho detto ai miei bambini che la paura è naturale, che la provano tutti e che bisogna accettarla per potere andare avanti. Perché io l’ho scoperto tardi… per spiegarglielo avevo scritto una fiaba. Mi piace raccontargli favole per spiegare loro le cose. Avevo deciso di fare anche delle illustrazioni per poi pubblicarla ma è arrivato il 3 novembre e si è fermato tutto… quello che ora so è che il drago Zirbolù tanto amato dai miei bambini, un giorno diventerà un libro. Il nostro draghetto è nato la scorsa estate. Mentre con i nonni e le cuginette stavamo facendo una camminata al Lago delle Rovine per andare a vedere gli stambecchi. La camminata però era lunga e il mio piccolino a un certo punto non voleva più camminare. Allora ho iniziato a raccontargli una storia e a un certo punto nella storia è apparso Zirbolù, un drago che viveva tra quelle montagne e aveva paura di vivere. Mio figlio era incantato dal drago e senza nemmeno accorgersene ha camminato fino all’arrivo. È stato meraviglioso vedere quanto si appassionasse alla fiaba. È meraviglioso essere la loro mamma: raccontare le storie, inventarle per loro, vedere lo stupore nei loro occhi…
Domani inizierò a camminare di nuovo ma stavolta senza fiabe da raccontare e manine da tenere.
Volevo camminare con voi, cammino per voi.


C’è un’altra mamma, che vive vicino a Lodi, che quest’estate dovrà camminare senza il suo amore. È una insegnante. Ha perso la mamma, che è morta di tumore, poche settimane fa. E subito dopo le hanno portato via anche il figlio.

Lascio la parola a lei.

6 commenti su “Volevo camminare con voi, cammino per voi”

  1. Buon cammino Ele! Sono felice che già all’inizio del tuo cammino tu abbia potuto sperimentare la provvidenza per non aver prenotato l’albergo…
    Anche senon cammino fisicamente con te, camminerò lo stesso con te. Forza Ele, ce la faremo!
    Zia gio

    1. Grazie Giovanna! Da quando ti conosco sei sempre con me nel cammino! Ci sono delle persone speciali nella vita, appena si incontrano c’è la sensazione di conoscerle già e che fanno parte della nostra vita anche se ancora non le conosciamo… tu sei una di quelle! Grazie per esserci e per il caso che ci ha fatte incontrare. Ma il caso esiste? Credo sempre di più alla versione di Coelho: le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi dove sono attese… e io ti stavo attendendo ❤️

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